Il mondo libero di Antonio Ligabue. Elisabetta Salvatori torna a Molina per l’estate “garbata”

Dopo aver incantato il pubblico del Magazzino di Antonio con il suo spettacolo su Giacomo Puccini durante la rassegna invernale, Elisabetta Salvatori torna a Molina di Quosa con un altro spettacolo, sempre organizzato da Molina mon amour: Delicato come una farfalla e fiero come un’aquila. Il mondo libero di Antonio Ligabue. L’appuntamento con l’artista versiliese è per martedì 30 luglio, alle 21.30, all’ex asilo nella “Buca”, in via Antonello da Messina.

Ingresso a libera sottoscrizione in favore dell’associazione Molina mon amour. La prenotazione (da effettuare entro lunedì 29) è consigliata per motivi organizzativi: 3791913131.

Lo spettacolo (di e con Elisabetta Salvatori. Matteo Ceramelli al violino).

Raccontare di Ligabue non significa solo raccontare di un artista folle, del suo rapporto con le due madri, quella naturale e quella adottiva, della sua solitudine, del suo soffrire la mancanza di una patria, del suo grande talento di pittore, ma diventa anche occasione per ricordare l’Italia e la Svizzera degli emigranti agli inizi del secolo scorso, le due guerre, la bassa Reggiana, il Po. Mentre si affermano le avanguardie artistiche e l’astrattismo Antonio dipinge le sue storie di tigri e pollai, sempre fiero della sua arte.

Chi è Elisabetta Salvatori.

Elisabetta Salvatori nasce in Versilia.

Dopo gli studi artistici scopre il teatro e comincia a raccontare. Inizia con le favole: ogni storia che racconta è racchiusa in una valigia,

come un piccolo teatrino viaggiante. Poi si avvicina alla narrazione per adulti e in scena rimane solo la sua voce che in alcuni racconti, quelli dedicati alla sua terra, sa intrecciarsi al dialetto versiliese con delicatezza e maestria. Si occupa di teatro del sacro, teatro civile e storie di passioni riconducibili a personaggi reali pubblici o sconosciuti. Le vicende che sceglie sono vere, le raccoglie incontrando anime, luoghi e tradizioni con la curiosità di chi sa scoprire episodi rimasti nascosti; ne documenta l’origine con cuore e perizia per poi riportarle alla luce e riconsegnarle al pubblico con la cura e la passione di una restauratrice. Il linguaggio è intimo, reale semplice e per questo dirompente, rende vive le sue trame, cattura chi ascolta. Sentire la sua voce, con tutti i suoi colori, porta lontano, pur restando vicinissimi.

Prossimo appuntamento a Molina, la cena sotto le stelle dedicata a “Topino”, sempre nella “Buca”, domenica 4 agosto.


Potrebbero interessarti anche...