RACCONTI NOTTURNI – HOEG PETER

MONDADORI – 1996

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Descrizione

Ogni volta Peter Hoeg ci meraviglia, anzi ci sbalordisce un po’ di più. Da noi certi bestseller filano via carichi di sentimenti e di ansie private. Vanno dove li porta il cuore. Lui manco ci pensa: va dove ci sono problemi, interrogativi. E se scarseggiano, eccolo pronto ad aumentare la dose, come negli otto Racconti notturni nell’ottima versione di Bruno Berni. Qui il cuore c’entra poco, perché è tutto un fuoco d’artificio di invenzioni intellettuali. Se cerchiamo parentele, allora fra le figure nobili della letteratura: Borges, per esempio, Kafka. Ma anche qualche modello insospettabile: che so, la favola del connazionale Andersen o dei Grimm. Del resto il quarantenne Hoeg, che ha riportato alla ribalta internazionale la letteratura danese, con i generi è sempre stato piuttosto disinvolto. Il bestseller Il senso di Smilla per la neve è un giallo con infinite divagazioni tecniche. E ne I quasi adatti il modello del romanzo di formazione si contamina con la riflessione filosofica. Insomma, questo splendido scrittore, il migliore della sua generazione, ha sfogliato troppi libri per essere un vero epico. Racconta, ma intanto si lascia dietro una marea di riflessioni. Ciò che si deposita non è la realtà, ma l’immagine comunicata dal narratore. In Racconti notturni usciti in originale nel 1990, Hoeg ne ha tratto tutte le conseguenze: inventare variazioni sul tema dell’amore. Iniziando da dove? Da ogni punto cardinale della sua immaginazione